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Domenico Taverriti /

Conosci i nostri Partner: Scala il business con A-Commerce

Alex Birleanu, CEO & Head of Ecommerce di A-Commerce, ci racconta il suo percorso esplosivo. Oggi la sua Growth Agency è top rated in Italia per gestione e sviluppo di siti e-commerce, temi, app. Oggi isendu e A-Commerce collaborano per far lasciare un segno indelebile nel mondo degli e-commerce.

Conosci i nostri Partner: Scala il business con A-Commerce

illustrazione di Fabio Massimo De Luca

Ciao Alex e benvenuto, partiamo dall’inizio: chi è Alex Birleanu?

Ciao Domenico, a me piace sempre partire dicendo che Alex è un ex rugbista.

Ho giocato 13 anni a rugby, poi ho fatto tre anni l’arbitro e quindi ho avuto un grande passato da sportivo, molto orientato in quell’ambito. A 18 anni, con il mio compagno delle superiori, ho iniziato ad approcciare il mondo del video e a 360 ° della comunicazione. Abbiamo dato vita insieme ad altri due soci a Tokio Studio, che è la mia prima azienda, verticali sul mondo della produzione video. 

In quel momento non mi bastava solo fare contenuti, mi piaceva approfondire tutta la parte di comunicazione. Mi sentivo un po’ limitato, volevo essere più rilevante agli occhi dell’imprenditore perché spesso viene sottovalutata l’importanza del contenuto, quando in realtà non è affatto secondario. E allora ho detto, come faccio ad avvicinarmi appunto a chi decide quindi all’imprenditore e dimostrargli che investendo “uno” può guadagnare “due”?

Non mi bastava solo parlare di video, mi serviva entrare più nel mondo della comunicazione. Lì ho iniziato quindi con la parte social media, che poi si è trasformata in vero e proprio focus sul mondo e-commerce.

Il mio percorso di formazione è passato per start2impact – una community online – poi dopo un corso in presenza, di cui oggi sono docente tra l’altro, che si chiama Digital Combat Academy, e poi ho conosciuto Francesco Agostinis che mi ha introdotto alla community Marketers invitandomi a bere uno spritz in uno dei bar meet up che organizzavano.

Entrando in contatto con loro mi sono reso conto che fino a quel momento la comunicazione l’avevo gestita in maniera superficiale. Già iniziavo a seguire degli e-commerce ed avere un respiro a 360 ° mi avrebbe permesso di fare molto di più.

L’anno in cui poi è cambiato tutto è stato abbastanza recente, già lavoravo da due anni, però Febbraio 2000 – Febbraio 2021 è stato un po’ l’acceleratore dove all’interno di Tokio Studio ho sviluppato una divisione e-commerce che contava una decina di persone. In quell’anno ho preso tutte le certificazioni marketers, ho vinto il premio Marketers Award e vari altri riconoscimenti, casi studio, e poi dopo ci siamo decisi io, Omar e i ragazzi di Marketers di creare A-Commerce che si posiziona oggi come Ecommerce Growth Agency. Da una parte siamo agenzie Shopify Expert top rated in Italia, sviluppiamo app, temi, store, non limitandoci quindi alla semplice gestione di e-commerce, dall’altra chiaramente fortemente caratterizzati dall’impatto legato alle performance, prendiamo e-commerce in fase di scale-up tra 1 milione e 10 milioni di revenue annua e cerchiamo di farli crescere. Oggi siamo in 22 in totale, e io e Omar amministriamo questa bellissima realtà molto giovane, con un’età media di 26/27 anni.

Se dovessi dire l’esperienza che più mi ha formato a fare l’imprenditore forse è proprio l’arbitro, perché effettivamente è un connubio di pressioni e di decisioni da prendere in maniera rapida che comporta un allenamento mentale importante, può fare la differenza sul medio lungo periodo. Ha alimentato e rafforzato la mia leadership, immaginati che avevo 20 anni quando arbitravo e arbitravo in  Serie C persone di 30-35-40 anni e sai ce ne sono 15 da una parte, 15 dall’altra e tu sei lì in mezzo a dirigere cercando di non farti mangiare.

Mi piace sempre sottolineare questo trascorso perché è da lì che è partito un po’ tutto.

Quali sono a tuo avviso i 3 elementi chiave per la crescita di un e-commerce?

Ho tre tipologie di elementi, considera che solitamente noi andiamo a definire gli e-commerce seguendo 7 macro caratteristiche. Ti riassumo quelle che secondo me oggi, e per oggi intendo 2020/2021/2022, sono le più le più rilevanti. 

La prima è la parte di Content Strategy, sia per un discorso di esigenza che per un discorso di strategia. Sappiamo che condividere contenuti di valore ci permette di essere ben posizionati e far percepire la differenza di ciò che noi vendiamo e offriamo rispetto a quelli che sono i competitor, però è anche diventata una questione di esigenza perché essendo comunque in parte dipendenti dall’efficacia delle campagne pubblicitarie online, l’algoritmo ci richiede di essere a tutti gli effetti delle media company. Noi stessi in A-Commerce abbiamo introdotto un team specifico che si chiama A-Content, che si occupa di content editing, perché lavoriamo con diversi e-commerce e sono veramente pochi quelli che sono autosufficienti da questo punto di vista.

Non solo nella qualità dei contenuti, ma anche e soprattutto ad una ormai indispensabile quantità di proliferazione delle varie declinazioni. Questo è il primo punto, già solo questo se ben gestito fa fare un salto di qualità.

La seconda che un po ‘si lega a questo, ma non è così banale, è l’umanità. Soprattutto se siamo Brand Direct to Consumer, ma non solo. Io vedo in per esempio su un canale di comunicazione molto recente come TikToK, un avvento di uno stile di comunicazione molto incentrato sui video, con proprio un empowerment delle rispetto alle persone, perché dietro alle aziende, i grossi marchi, ci sono le persone. Un altro aspetto che mi ha sensibilizzato su questo argomento è per esempio LinkedIn: su LinkedIn le pagine aziendali valgono molto meno rispetto alle persone.

Grazie anche a questo capisci che le persone si stanno rendendo conto, che puoi avere una maschera davanti, dobbiamo quindi effettivamente capire come trasmettere l’umanità che c’è dietro l’azienda e le persone. Customer care, piuttosto che la “Thank You” letter che trovi nel pacco scritta a mano, piuttosto che contenuti sui social che rappresentano una o più persone, non necessariamente il founder, ma può essere anche appunto il ragazzo nel magazzino che effettivamente mentre impacca fa una live su Instagram.

L’ultimo, non per importanza, è l’aspetto logistico. L’e-commerce non può respirare senza una buona logistica e quindi non può sopravvivere. Per l’aspetto logistico non intendo solo l’ambito relativo alla consegna del pacco, ma anche gestire in maniera agile i resi, i rimborsi, gestire anche consegne più rapide, magari anche in giornata su determinate zone.

Avere un approccio sempre di crescita verso quello che è l’aspetto logistico risulta fondamentale. 

Se ben sfruttate queste tre leve sono dei moltiplicatori, se si gioca bene nell’ambito dei contenuti e quindi si lavora seguendo i trend di mercato, soprattutto dei social.

Se si riesce a creare empatia, tra le persone e il brand quindi mostrando questo aspetto umano.

Se si riesce a rinnovare costantemente il servizio che al 90% viene rappresentato dalla logistica, allora sicuramente si può crescere bene in maniera organica, sostenibile e con un progetto a medio lungo termine.

Che esperienza è stata scrivere un libro? Qual’è stato il filo conduttore?

E’ stata un’avventura! Quando abbiamo lanciato A-Commerce ci siamo messi nelle condizioni di contaminarci, io e Omar che siamo le due persone che seguono questo progetto in prima linea, ci siamo resi conto di avere due background simili ma comunque diversi.

Io mi sono presentato sul mercato grazie al mio primo caso studio famoso di una macelleria che ha raggiunto numeri eccezionali, seguendo il metodo Marketers, che è questo metodo diviso in 5 step che appunto caratterizza i lanci della community marketers.

Dall’altra parte Omar, pur seguendo sempre Marketers, utilizza il suo approccio growth oriented, quindi utilizzando il growth hacking mindset, focalizzandosi su tutto quello che è la parte di iterazione: analisi – brainstorming – pre utilizzazione – esecuzione.

Quando abbiamo deciso di scrivere un libro, sarò molto onesto, non pensavamo a nulla, semplicemente volevamo raccogliere dentro un manuale il nostro know how, innanzitutto perché diventa molto più trasferibile ai nostri collaboratori. Ci siamo detti “c’è qualcosa che ha funzionato in noi, come poterlo trasferire?”

La sintesi dei nostri due approcci siamo riusciti a trovarla durante una mattinata a Verona, a casa di Omar e in presenza della nostra collaboratrice copy, ci siamo resi conto che potevamo ideare un metodo simile al metodo Marketers, ma con 5 nomi diversi e quindi tutti i vari pilastri sono stati rinominati in Mercato, Validazione, Esperienza, Accelerazione, Circolarità e ciascuno di essi caratterizzato da questo iter, attività costante, perché sappiamo che il mercato degli e-commerce evolve in maniera molto rapida e non possiamo precluderci dal mettere costantemente noi stessi nella condizione di dubitare delle nostre certezze. 

La cosa molto interessante è che è uscito fuori un percorso lineare che ti porta da una parte di analisi al lancio e quindi la validazione di prodotti, ma anche di idee. Abbiamo approfondito tutta la customer journey presa, spezzettata, analizzata punto per punto, la parte di accelerazione che è  quella più tecnica e la parte di circolarità che essa stessa tiene in piedi tutto il processo.

Non ti nascondo che siamo molto soddisfatti del lavoro che è uscito fuori, sono oltre 90.000 parole concentrate in 500 pagine di manuale. In questi giorni siamo ancora in fase di stampa perché abbiamo avuto un po ‘di ritardo fra Black Friday e Natale

Speriamo nella secondo riedizione di poter aggiungere altra carne al fuoco, perchè comunque questa è la base, poi da qui si costruisce insieme e la cosa bella è che già fin da subito abbiamo avuto l’opportunità di ospitare personaggi molto importanti del settore, dal marketing, alla comunicazione, all’ambito e-commerce.

Uno sprint incredibile, considera che l’estate l’ho dedicata esclusivamente a scrivere..ma ne è valsa la pena!

Cosa ne pensi delle Partnership in generale e come valuti quella con isendu?

Se potessi dedicarmi solo a fare partnership farei solo quello e lo farei perché mi sento predisposto al dialogo, ad avere dei confronti costruttivi, a conoscere, a crescere.

Io credo che se qualcuno evita di creare network, significa che, permettimi il paragone, ha qualcosa da nascondere. Non crede abbastanza in ciò che fa. 

Ognuno di noi, me compreso, è la sintesi delle nostre esperienze e di una serie di influenze che ha avuto nel corso del tempo. Nel tempo si maturano competenze e interpretazioni diverse, proprio perché la mia esperienza mi ha portato a quel tipo di interpretazione, quindi le partnership, così come quella con isendu sono necessarie perché ti mettono nelle condizioni di guardare le cose anche secondo altri punti di vista e, a prescindere dall’esito prettamente commerciale, questa è una crescita imprenditoriale, professionale e anche personale.

Il mercato oggi va troppo veloce per pensare di saperla lunga.

C’è sempre qualcuno che sta innovando un piccolo pezzettino, che aggiunto a un altro piccolo pezzettino può creare un grande pezzo, e quindi contribuire a una grande rivoluzione. Innovazione è proprio questo. Noi di A-Commerce vogliamo stare al passo con la velocità del mercato, ci piace creare sinergie con persone e progetti in grado di fare altrettanto. Con isendu abbiamo una visione comune che porterà a una crescita reciproca nel medio-lungo periodo.

Passiamo più di un terzo del nostro tempo a lavorare e le partnership, le sinergie con persone che hanno un progetto, sono un’occasione di crescita e di conoscenza che auguro a chiunque lavora in questo settore.

Grazie Alex, siamo giunti al termine della nostra piacevole chiacchierata. Chiudiamo con il botto: cosa ti aspetti dal futuro dell’e-commerce?

Questa è bella! Non è semplice rispondere, perché spesso magari abbiamo la testa abbassata sull’operatività e raramente alziamo lo sguardo oltre i nostri progetti e aldilà di quello che succede nelle nostre immediate vicinanze. 

Se devo darti una mia visione, due sono i punti. 

Prevedo che prossimamente ci saranno dei grossi caduti e delle nuove stelle perché fare e-commerce non è affatto semplice. Da una parte vedo ancora in giro imprenditori attaccati a vecchi principi, imprenditori che non hanno capito che è necessario essere presenti online, utilizzando nel miglior modo possibile tutti gli strumenti a disposizione. 

Oggi è di per sé imprescindibile e pochi hanno ancora preso il fatto che è necessario differenziarsi ulteriormente, lavorare con creatività, lavorare a nuove strategie, a nuovi modi di comunicare.

Dall’altra parte, generazioni nuove o nuovi business, proprio perché vedono nella parte di pubblicità e promozione digitale un must, si rendono altrettanto conto che non basta fare quello, bisogna fare molto di più. Il che è un ostacolo in fase iniziale, ma alla lunga ti può dare un’inerzia positiva veramente importante. Le piccole stelle possono possono crescere.

Per il settore invece più nello specifico, vedo che stanno sempre più nascendo dei contesti differenzianti dove prendi un prodotto/servizio da una parte, ne prendi un altro dall’altra, e li unisci.

Le realtà più piccole devono mettersi nelle condizioni di differenziare il proprio servizio.

E diciamo che può sembrare una supercazzola.

In generale sono sono convinto che il futuro è incerto, ma come mi piace sempre dire ”pressure makes diamonds”.

E se fosse facile, lo farebbero tutti.

Domenico Taverriti

Scritto da:

Domenico Taverriti

Community Manager

Un gruppo di persone che condivide un obiettivo comune può raggiungere l’impossibile.