Spedire online, Storie e Scenari

Domenico Taverriti

Conosci i nostri Partner: Jusan Network, una storia che parte da lontano

Fonda la web agency Jusan Network con la mission di sostenere le aziende nei difficili processi di cambiamento dovuti alla trasformazione digitale. Oggi Samuele Camatari è tra i Main Partner di isendu.

Conosci i nostri Partner: Jusan Network, una storia che parte da lontano

illustrazione di Fabio Massimo De Luca

Ciao Samuele e benvenuto nella famiglia isendu, raccontaci da dove inizia la tua storia con il mondo e-commerce?

Ciao Domenico, ti ringrazio. Samuele Camatari comincia a occuparsi di informatica nel lontano 1992, in particolare di sviluppo software gestionali. La mia passione fonda proprio le sue radici nell’informatica, precisamente dall’età di 5 anni con questo oggetto computer, ZX Spectrum 48. Dopo averci giocato per una settimana, ho scoperto che sulle lettere c’erano scritte delle parole in inglese che servivano per programmare in basic. Da lì è iniziato tutto. Come ho detto nel ‘92 ho cominciato occupandomi di software gestionale, ho fatto parecchia esperienza anche perché era l’inizio della diffusione. Era in quegli anni in cui l’informatica si stava diffondendo in maniera importante, i computer cominciavano a entrare, anche se in punta di piedi a causa dei prezzi alti, nelle case degli italiani. Ma sicuramente le aziende li usavano un po’ tutte.

samuele camatari

Ho lavorato nell’ambito della programmazione, sono stato sistemista, ho fatto docenze, sono imprenditore, ho fondato varie aziende, finché nel 2005 ho dato vita all’E-commerce Agency Jusan Network e poi nel 2019 a Newesis, le mie due realtà che aiutano le aziende a sviluppare i propri business con le infrastrutture, con il digitale o un po’ a tutto tondo con la consulenza strategica.

Ho poi sviluppato nel tempo, una serie di progetti. Noi crediamo molto nella formazione, quindi ho creato un’accademia verticale nel mondo dell’e-commerce, ho poi creato Ecommerce Guru, uno dei primi portali italiani verticali nel mondo dell’e-commerce.

Ecommerce Guru è stato poi declinato in altre attività annesse e connesse:  Ecommerce Day, una giornata interamente dedicata alle e-commerce, Ecommerce Talk, tutte le settimane si parla di commercio elettronico, Ecommerce Week, la settimana dell’e-commerce.

Anche noi abbiamo fatto una Community, Ecommerce Community, insomma gli amici ridendo mi chiamano il signore dell’e-commerce! A parte le battute io credo molto che fare networking possa aiutare professionisti e aziende a crescere. E infatti nel nome stesso Jusan Network c’è questa parola “network”, per come la viviamo noi sinonimo di contaminazione e di continuo formarsi.

La formazione continua oggi può fare la differenza nel proprio business.

In un momento così mi ero anche inventato “il personal trainer del e-commerce”, rendeva molto l’idea, ma perché credo che fare e-commerce sia un po’ come allenare i propri muscoli, il nostro corpo non basta tirarlo sù, ma serve rimanere sul pezzo, allenarsi e continuare a fare attività.

Rispondendo chi sono quindi, sono un imprenditore innamorato del proprio lavoro, perché mi piace quello che faccio, penso che sia evidente anche nelle mie chiacchierate. Non è soltanto un lavoro per guadagnare dei soldi, ma è proprio una passione nata anni fa e quello che mi stimola più di ogni altra cosa è il fatto di poter trasmettere ciò che personalmente e professionalmente facciamo in agenzia.

Portare questo bagaglio culturale e questo continuo scoprire novità a disposizione delle aziende con cui collaboriamo o con le quali diventiamo in qualche modo partner.

Non credo nel rapporto dove c’è qualcuno che guadagna a discapito di qualcun altro, ma penso che il business lo si debba fare insieme, insieme si cresce.

Community, eventi, networking: che valore hanno per te in particolare e per tutta la filiera e-commerce in generale?

Fare eventi o creare una community, come ben voi sapete visto che fate anche questo, per chi gestisce e organizza è un dispendio di energie immenso. È proprio una cosa che che ti porta via anche il sonno. Se ci tieni a quello che fai quando arrivi sotto evento non ci sono più sabati, domeniche, non ci sono più nottate, insomma, si entra in quel mood, nel vortice dell’evento. Dove tutto quello che può capitare, ogni problema, evidentemente capiterà.

Poi arriva l’evento, comincia e la magia dell’evento fa sì che in qualche modo si riallinei tutto e tutto funzioni.

Noi non viviamo degli eventi, no, non è che guadagniamo, alcuni eventi richiedono il pagare un ingresso, ma perché all’interno dell’evento godrai di di alcuni benefici e quindi in qualche modo andiamo a condividere con chi vuole venire ai nostri eventi il costo dell’evento, ma il nostro business non è fare eventi, il nostro business è fare altri tipi di attività.  

Perché facciamo eventi? Come dicevo prima, dentro, nel nome della mia agenzia Jusan Network c’è la parola network, per me il networking è la chiave di tutto.

Anni fa ho anche creato un’associazione culturale che si chiama TurinIn, che nasceva online e diventava fisica proprio perché pensavo che gli imprenditori dovessero incontrarsi, dovessero fare rete e dovessero in qualche modo confrontarsi tra di loro. Dallo scambio di contatto, di idee, nascono altre idee, nasce positività e si creano sinergie. 

Questa atmosfera, questo modo di pensare e lavorare mi hanno dato la spinta per creare l’evento Ecommerce Day. Non è che non c’erano eventi 10 anni fa che parlavano di e-commerce, ma erano tutti un po’ autocelebrativi o finalizzati direttamente al guadagno. Ergo bastava pagare, poi salivi sul palco e potevi dire un pochino quello che volevi.

Noi abbiamo cambiato il paradigma: l’idea è quella di portare contenuti di qualità di persone che le cose le hanno fatte in prima linea, non che hanno scritto un libro “Come diventare il più grande imprenditore del mondo” senza mai avrei fatto un’impresa. No, noi prendiamo persone che di soldi con le proprie imprese ne hanno fatti tanti, e hanno avuto anche momenti difficili perché poi come sapete quando fai impresa ci sono momenti in cui cresci molto, in cui guadagni, e momenti di difficoltà, momenti in cui ti reinventi. 

Le aziende sono questo, sono una cosa che continuamente si trasforma e quindi abbiamo sempre puntato sui contenuti di altissima qualità, dove anche l’azienda stessa, che magari era un partner, stava pagando per essere lì, ma non saliva sul palco e diceva quello che voleva. Con un nostro comitato condivideva i contenuti, vedevamo le slide prima e facevano in modo che le giornate di formazione avessero un inizio e una fine, seguendo una logica di narrazione.

In questo abbiamo sempre spinto tantissimo perché crediamo che il networking dovrebbe essere la benzina di ogni azienda. Puoi avere le spalle larghe quanto vuoi ma se non hai la giusta rete a un certo punto ti incastri. Viceversa con la giusta rete, puoi fare un’azienda spettacolare anche con un budget minore.

In che modo la Partnership con isendu credi possa portare un valore aggiunto alla tua attività?

La prendo larga. Noi ogni anno aggiungiamo due/tre partnership strategiche per l’anno successivo. Facciamo scouting di piattaforme e cerchiamo prodotti, anche perché fare e-commerce è un continuo allenarsi e restare allineati sui trend del mercato.

Oggi c’è un social network che va più di un’altro, c’è una piattaforma che va più di un’altra, viene fuori un trend, viene fuori una pandemia, tutto cambia, devi essere reattivo. Soprattutto devi essere disposto a metterti in discussione, a studiare cose nuove e a trovare nuove soluzioni che ti possano aiutare ad aggiungere valore alla tua proposta sul mercato.

Quest’anno con Jusan Network abbiamo individuato due piattaforme e una terza ce l’ha segnalata un nostro cliente. Noi non abbiamo dei clienti, noi diventiamo compagni di viaggio delle aziende con cui collaboriamo. Facciamo un percorso assieme che dura tanti anni di solito.

Questo cliente mi ha contattato dicendomi “questa soluzione mi sembra una figata”. Quella soluzione, quel software, era isendu.

Sono onesto, non vi conoscevo, ho guardato online di cosa vi occupate, mi sembrava interessante.

Il suo entusiasmo mi ha convinto “Ok adottala, vediamo come funziona”. È stata la prima volta che si è fatta sperimentazione dall’altra parte, ossia non eravamo noi a essere portavoce di, ma era un nostro cliente che ci spingeva.

Il resto della storia la conosciamo, vi ha provato, cliente entusiasta, contentissimo di voi si è innamorato, a noi la piattaforma è piaciuta.

Voi vi occupate delle operazioni “noiose” del business, passami questo termine, tracciare pacchi, generare etichette, la gestione del flusso logistico. Se non funziona abbiamo un problema e voi lo risolvete, se invece tutto funziona questo flusso di informazioni non è proprio così divertente seppur necessario. Voi liberate del tempo prezioso all’imprenditore che può così focalizzarsi sulle attività commerciali, marketing, aumenta il tempo da dedicare al business e ai suoi clienti.

Tutto viene aggiornato senza che chi fa business sia costretto a intervenire, quindi evviva le automazioni ed evviva le integrazioni con qualche chicca tecnologica, per esempio, ad oggi siete gli unici che fate quella cosa inaspettata!

Il cliente riceve una notifica su WhatsApp, oltre a ricevere la classica email, riceve il tracking del pacco anche su WhatsApp. A noi chi fa tecnologia mettendo qualche chicca ci piace tanto e quindi apprezziamo anche questo lato.

In voi abbiamo trovato una soluzione che può darci quella freccia in più da usare insieme ai nostri clienti, per metterli in condizione di fare un business “più business”, un business con meno stress, un business dove la strategia e il cliente tornano centrali.

Per concludere facciamo un passo indietro e uno avanti. Quali sono stati gli ostacoli più grossi che hai dovuto superare? E cosa ti aspetti dal futuro dell’e-commerce?

Sono arrivato a un certo punto della mia vita e ho inventato Ecommerce Day perché ero stufo di sentir dire che l’e-commerce era Amazon, quando in realtà l’e-commerce è fatto di tante cose, di piattaforme, di persone, di clienti, di marketing, di corrieri, di logistiche, di soluzioni, chi più ne ha più ne metta.

Io penso che qualunque tipo di attività, a un certo punto, come dicevo prima, si va ad incastrare o incagliare in delle problematiche. Io partirei da cosa serve per fare questo tipo di attività, per avere un’agenzia verticale nel mondo dell’e-commerce. Io ci ho messo due ingredienti più di altri.

Innanzitutto bisogna essere curiosi, se nel nostro mestiere non si è curiosi quindi non si è continuamente alla ricerca, studi e guardi cosa succede, purtroppo prima o poi il tuo business finirà. Parli di digitale, parli di innovazione, il mondo mentre parliamo adesso sta cambiando, quindi sei obbligato a studiare. Smetterò di studiare nella mia vita quando smetterò di lavorare, probabilmente fino all’ultimo giorno ci sarà qualcosa da scoprire. Direi quindi continua ricerca e continuo studio. 

L’altro problema che abbiamo avuto nel nostro mondo sono i famosi fuffologi, quelli che sono lì a risolverti i problemi “fare e-commerce non costa niente, vieni qui che ti risolvo tutti i problemi in una settimana”. No, purtroppo non funziona così. Fare e-commerce è un lavoro continuo, un continuo fine tuning, è un continuo prendere i cacciaviti e aggiustare il proprio macchinario e ritararlo. 

Poi è arrivato il Covid, tutti esperti di e-commerce. Noi lo facciamo da quando è nata Jusan Network, io personalmente ho cominciato a farlo prima a livello B2B, quando e-commerce in Italia non lo faceva praticamente nessuno perché era un business che di fatto non esisteva. 

Una delle grosse difficoltà che stiamo incontrando in questo momento storico è dettata dalle nuove aziende che ti trovano e partono già arrabbiate e disilluse  perché magari sono state seguite da questi guru e ti chiamano già arrabbiati perché hanno speso soldi senza ottenere alcun risultato.

Il Covid ci ha fatto capire in maniera abbastanza brusca che siamo noi in Italia dobbiamo fare un salto quantico in avanti nell’adozione delle tecnologie, nelle automazioni, nella mentalità, negli approcci. Ci sono tanti modi poi di fare e-commerce, lo stesso panettiere può fare e-commerce senza adottare nessuna piattaforma, ma semplicemente utilizzando whatsapp, una lista di contatti e un metodo di pagamento. Paghi e ti mando un garzone.

Nessuno ha la bacchetta magica ma se c’è un modo per uscire dalla difficoltà è quello di usare un po’ meno la bocca e un pochino di più le orecchie. Questo è il secondo ingrediente. Non è un caso che abbiamo due orecchie e una sola bocca, quindi ascoltiamo chi ci sta attorno. Ascoltiamo i nostri clienti, ascoltiamo i partner, ascoltiamo il mercato e probabilmente verremo fuori da qualunque di difficoltà. 

In termini di che cosa è cambiato e quali sono le aspettative per il futuro? Beh, prendiamo dal 2005, diciamo da Jusan in avanti è cambiato tantissimo. Mi ricordo quando facevo le riunioni nelle aziende dove a un certo punto un brand aveva la necessità di sviluppare il suo e-commerce, nasceva subito il problema di chi lo avrebbe gestito, in capo a quale dipartimento sarebbe andato. Non ci credeva nessuno. Oggi se non sei omnicanale sei zoppo, magari l’e-commerce potrebbe anche non ripagarsi, però la verità è che quando fai digitale bene, quando fai commercio i punti vendita mediamente guadagnano il 20/30% in più, quindi è strategico. È diventato un asset delle aziende e vedi che, come per magia, il responsabile dell’e-commerce adesso parla con l’amministratore delegato dell’azienda ed è diventato lui attore protagonista del business.

In ottica futura io penso che i piccoli dovranno diventare sempre più specializzati, se non sei specializzato nella tua attività Il mercato ti farà fuori, purtroppo questo sta accadendo. Amazon è generalista, ma che vince sulla velocità del servizio. Quindi il piccolino come può battere il colosso? Diventando iperspecializzato, diventando il compagno di viaggio di chi compra delle cuffie perchè vuole ascoltare buona musica.

Magari un’altra strada può essere quella dei marketplace, penso che i brand prima o dopo diventeranno quasi tutti dei marketplace più che degli e-commerce e basta.

Vediamo il caso Decathlon, marketplace specializzato nel mondo dello sport. Di fatto ha aperto le porte a chiunque era verticale in uno sport o nel mondo dello sport, compresi i servizi. Siccome aveva le spalle ha cominciato a vendere altri brand, quello che fa accessori body building, quell’altro che fa cose da palestra, quell’altro che fa bicicletta, quell’altro verticale nel mondo dell’arrampicata, e gli ha messo a disposizione un parco clienti che già stavo servendo con i propri prodotti.

Nasceranno come funghi questi marketplace verticali.

Il mio sogno? Diventare partner di quelle aziende che credono nella loro attività e che cercano un compagno di viaggio con cui sviluppare business. Essendo formati, avendo a fianco qualcuno che continuamente gli porta le novità, lo aiuta a completare la propria offerta commerciale.

Il nostro business è figlio di far guadagnare i miei clienti, più i miei clienti guadagnano e più io ho opportunità di far crescere la mia azienda.

Ecco perché parlo dal minuto zero di questa chiacchierata di compagno di viaggio e non di altre cose.

Credo che si possa fare business insieme e parallelamente anche scoprire cose nuove. è un mio cliente che mi ha raccontato di voi e oggi in voi vedo delle belle opportunità per tutti gli altri miei clienti, dal confronto possano nascere le buone idee.

Gli imprenditori hanno bisogno di confrontarsi, devono trovare dei posti dove vengo, magari faccio due ore di formazione, ma poi impiego il resto della giornata per sedermi a tavola con altri imprenditori, per condividere i mal di pancia, per confrontarmi. Per ascoltare persone che hanno fatto percorsi diversi. 

Quindi torniamo al concetto di rete, vedo un bel futuro fatto di nuove partnership e di un networking sempre più radicato nel nostro modo di fare business.

Domenico Taverriti

Scritto da:

Domenico Taverriti

Community Manager

Un gruppo di persone che condivide un obiettivo comune può raggiungere l’impossibile.